I miei primi passi, le batoste e lezioni che non scordi più.
⚡⚠⚡Prima di iniziare: hai perso le scorse puntate? Clicca qui sotto!
I° espisode: 👉 "E Store Manager fu"
II° episode: 👉 "Non dare mai nulla per scontato!"
III° episode: 👉 "Io ti VEDO"
IV° episode 📺 - "Costruire sempre distruggere mai: l'effetto boomerang".
Dicono che la speranza sia l’ultima a morire.
In parte è vero, una volta che evocai questo modo di dire ad uno dei miei tanti Area Manager del momento proprio a ridosso degli ultimi giorni utili per raggiungere il difficile budget quando lui rispose piccato “Chi vive sperando muore…”.
Beh, in effetti lui era di tutt’altra categoria, un fan del motto “Just do it”, fallo e basta, non sperare, non pensare, agisci!
Credo che mi rimase impressa in qualche modo quella risposta, seppur la mia contrarietà totale a questo tipo di visione della realtà e offensiva nei confronti della Speranza: non intesa come arrendevole e malinconico atteggiamento passivo rispetto al susseguirsi degli eventi ma ad una più profonda concezione della stessa.
In fondo al mattino è la speranza in qualcosa non ancora accaduto che ci porta ad alzarci!
Potremmo dire in breve che “La Speranza sta al desiderio come il cielo sta alle stelle🌠”, dove la speranza rappresenta una tensione emotiva di quiete avvolgente, mentre il desiderio rappresenta la trazione e l’attrazione che scaldano il cuore❤ e alimentano la spinta verso🔜 qualcuno o qualcosa.
In ogni caso, ricalcai il modello “Just do it” da lì in poi con nonchalanche non solo per ciò che rientrava negli interessi aziendali ma anche e soprattutto per ciò che rientrava nei miei interessi professionali: mi trovai infatti di fronte ad una nuova e inattesa offerta di lavoro valida, attraente ed allettante presso una nuova azienda.
Inutile ripercorrere tutti gli avvenimenti e i trascorsi, men che meno fare appello a rassicurazioni che non arrivavano e non sarebbero mai arrivate o continuare a sperare in un’inversione di rotta positiva per la mia azienda* ; ora era il momento di pensare al mio bene: vulnerabile ed emozionata corsi in braccio alla nuova occasione**!
Una volta accettato il nuovo incarico, ben presto mi integrai nella nuova realtà e fui assolutamente colpita dall’organizzazione, dalla gestione e dall’attenzione che questa nuova azienda riservava al personale👀: ciò alimentava la mia motivazione e mi sentii presto integrata ed a mio agio, inoltre il mio negozio era intimo e raccolto, riuscivo ad essere capillare nella gestione e mi sentivo disinvolta ed agile come Orione, il sinuoso gatto che nel film “Man in black” sfoggia un prezioso cinturino contenente appena una galassia intera!
Passati i primi mesi ricordo che una sera ricevetti una telefonata mentre ero in macchina e stavo ritornando a casa, era la mia nuova Area Manager del momento che mi comunicava la convocazione ad un corso di formazione.
Un corso di formazione😒?!
Pensai: grrr😤….ma come, proprio l’indomani che mi ero messa di riposo e con praticamente zero preavviso! Ecco che improvvisamente le mie quotazioni motivazione e speranza erano scese agli indici più bassi del Dow Jones in tempi magri, ma mi sforzai di replicare: Certo, fantastico!!! Non c’è problema😑.
Avevo partecipato a pochissimi corsi di formazione nonostante fossero già diversi anni che lavoravo e per me, come d'altro canto per la maggioranza di collaboratori, tali corsi corrispondevano a quelli obbligatori sulla sicurezza oppure a giornate di lezioni astratte che non hanno nulla a che vedere con la tua realtà lavorativa e una volta terminate, tocca a te buon allievo trovare le analogie con il tuo vissuto quotidiano per "portarti a casa la pagnotta".
Immancabilmente, ad ogni kick off di qualsiasi incontro di formazione nella mia testa domande latenti ritoccavano sonore come la campana di Notre Dame... ed erano quasi sempre le stesse:
Cosa ci faccio io qui? Cosa serve a me questa roba? Ma se l’azienda mi deve comunicare qualcosa non può convocarmi?
Oppure riferito alle altre partecipanti in aula sconosciute...chi sono queste qui e cosa c’entrano con me😒?
Invece il jingle che riecheggia nei corridoi tra colleghi e superiori di solito è: una giornata di formazione? Ottimo, come se non avessimo niente da fare, così poi rimarrà da recuperare tutto il lavoro accumulato!
Inoltre, anni prima avevo partecipato ad un corso il cui titolo prometteva bene:
Da referente a Responsabile.
Bene, le colleghe che leggono già sanno che tipo di paralisi possa affliggere chi è abituato a tenersi in movimento tutto il giorno e debba sedersi in aula per circa otto ore di fila ma a parte questo, furono due giorni di lezione accademica con termini e terminologie astruse più vicine ai massimi sistemi che alla realtà di negozio: a tratti avrei voluto un traduttore simultaneo italiano-alieno alieno-italiano tanto mi sembrava tutto così lontano dal mio mondo🌏!
Con tutti questi alibi e belle premesse😐...✒📖... mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita😐...
Ah no, scusate mi stavo confondendo. Stavo dicendo; con tutti questi alibi e belle premesse arrivai in ritardo, forse come ribellione interna inconsapevole camuffata da una casualità apparentemente accidentale, al suddetto corso di formazione intitolato: Gli Assi gestionali, sperando di non trovare picche al posto di poker...♥♦♣♠!
Ridi😐. Ridi😑. Ridiiiii😕!!! Uffa. A me, fa ridere😒.
Va beh, a parte la finissima battuta, furono le due giornate in cui forse più mi ricredetti nella mia vita: non solo l’insindacabile preparazione culturale del docente e la passione per il suo mestiere ci accompagnarono, ma la cura e attenzione incisive seppur carezzevoli nei dialoghi con una dinamicità e un ritmo che incendiarono l’aula di un’energia e potenza mai sperimentate prima.
🔥🔥🔥
Non uscii da quel corso con delle risposte, ma bensì con tante domande, insomma: in CRISI😵!
Ma era normale? A questo mi rispose ben presto il docente; nell’etimologia di crisi si racchiude il vero significato dell’inflazionata parola: dal greco “Krisis” e dal latino “Crisis” ossia “scelta, decisione forte”.
Quasi superfluo aggiungere che mi sentivo così perché ora avevo nuovi e ampi margini d’azione e di lavoro soprattutto su me stessa, avevo fatto la check list delle buone norme comportamentali a lavoro e volevo sperimentarne altrettante.
Come se non bastasse poche settimane dopo ricevetti la convocazione per partecipare ad una riunione in azienda: da lì a poco sarei diventata insieme ad altre mie colleghe una formatrice interna e sarebbe iniziato per me un periodo davvero nuovo ed entusiasmante!
Speranza e motivazione raggiunsero così gli apici di borsa, ora ero così “ricca” che potevo re-investire le azioni non solo nei negozi che sarei andata a formare, ma regalarne veramente un po’ a tutti!
Tanto per parafrasare i modi di dire a me cari come ciò che semini raccogli, ogni scelta ha un effetto boomerang: è raro che un forte investimento sul personale non torni indietro anche sotto altra forma da quella economica prefissata come per esempio forte cultura aziendale, partecipazione proattiva, compattezza e senso di collettività condiviso; molto più frequente invece che uno scarso investimento sul capitale umano restituisca sotto forma raddoppiata ma in senso negativo gli stessi elementi sopracitati, e dunque disinteresse e mancanza di curiosità, disimpegno nel lavoro quotidiano, ripiegamento su se stessi ed egoismo feroce ogni volta possibile…
Il circolo se mai interrotto diventa vizioso e contagioso e ci si ritrova in un ambiente lavorativo pieno di untori di peste bubbonica (scusate, lo so che è un paragone forte in questo momento) che si trascinano nell’essere e nel fare, ad ogni vagito o lamento corrisponde un’esecuzione obbligata degli ormai odiati compiti.
Inutile aggiungere che questo è altamente improduttivo, pericoloso nel lungo termine soprattutto per quelle aziende che pensano solo ad espandersi e risparmiare sui costi del personale senza momenti dedicati alla formazione comportamentale come a quelli di natura tecnica, all’informazione e condivisione sia una conference call o un appel du jour*, alla conoscenza e costruzione del gruppo (che siano una convention, una riunione in azienda o qualsiasi altra attività simile).
Le domande inespresse dai negozi o le risposte inevase diventano sempre più insistenti al floor management, che come unità ha bisogno di confrontarsi e misurarsi costantemente con la totalità e complessità aziendale.
Strategicamente chiudere la porta in faccia a tutto ciò che non è misurabile o contenibile come lo sviluppo delle persone in azienda potrebbe avere anche un senso (non vedo l’asse di miglioramento perciò per me non esiste il problema), solo che gli effetti negativi potrebbero lavorare in silenzio e tornare a bussare nel tempo ancora più vigorosi ed insistenti, un po’ come l’esilarante trauma cranico toccato al mitico Paolo Villaggio in Robinson Yunior: ve lo ricordate?
In breve...
- JUST DO IT nacque nel 1988 come versione leggermente alterata di "Let's do it", le ultime parole di un condannato a morte nello stato dello Utah...
- Ci sono corsi di deformazione, corsi di informazione, corsi di animazione e poi CORSI DI FORMAZIONE; vi auguro di vivere sempre e solo gli ultimi.
- La formazione continua non dovrebbe essere una scelta o possibilità, ma la priorità. La casa educa, la scuola insegna...e l'azienda?
- I costi della formazione. IL CFO disse: E se li formiamo e poi se ne vanno? L'CEO rispose: e se non li formiamo e poi restano?
- Il caro vecchio metodo bastone e carota non funziona più: parola di Millennial✌.
* Gli Area Manager (o Numerologhi, come amo definirli) hanno in generale la funzione di supportare, supervisionare, sovraintendere e coadiuvare il lavoro delle SM. Hanno vari negozi di pertinenza e a rotazione li visitano come già precedentemente accennato, dunque viaggiano e girano molto. Girano in tutti i sensi perché a volte capita che non tornino più indietro, infatti diventano figure pressoché inafferrabili e cambiano area di competenza o azienda ogni tre per due! Io arrivai a cambiarne quattro in un anno! Perciò, a vostro buon rendere, se vi capita di lasciare qualcosa di importante in sospeso tipo la firma sul planning ferie o per lo scatto di livello, fateglieli autografare SUBITO!
** Qualche tempo dopo la mia dipartita, l'azienda fallì.
***“Il segreto è proprio nascosto nelle pieghe etimologiche della stessa parola de-siderio, ossia mancanza delle stelle, mancanza si quei simboli celesti che rappresentano l’infinito nel nostro immaginario, ma anche in tutte le culture”. Dammi Vita! Guzzo-Pappalardo, 2013, Effatà.
***Osservandomi da fuori, la cosa più sorprendente circa me stessa è che più ero reduce da trascorsi difficili e insidiosi e più ero entusiasta nei confronti del cambiamento. Il cambiamento non solo come ignoto, ma come nuova possibilità, nuova crescita e nuova motivazione. Alla faccia della stabilità😑.
****L’appel du jour consiste in una classifica dei risultati di metà giornata, identifica il ranking del negozio rispetto al budget e ai vari negozi del mondo🌍. Ma non è fighissimo?
