Cronache on the road di una Store Manager per caso. II° episode

I miei primi passi, le batoste e lezioni che non scordi più.



⚡⚠⚡Prima di iniziare: hai perso la prima puntata? Clicca qui!👉 "E Store Manager fu"



Second episode 📺 - "Non dare mai nulla per scontato!"


Per condurre qualcuno o qualcosa bisogna essere belle persone, integre e avere principi radicati e maturati dentro di se’. Sono ottimi ingredienti, non trovate? 

Così come non basta dire alla pianta: “cresci” per farla crescere o al frutto “matura” per poterlo finalmente assaporare, non si può diventare Manager capaci solo con la forza del pensiero o battendo le scarpette rosse tre volte perché la competenza in gran parte è esperienza capitalizzata, e l’esperienza è innanzitutto un mix tra vissuto e riflessione.


Non nego di aver provato anch'io il ritualismo delle scarpette alla Dorothy Gale ne "Il mago di Oz" (1939),  ma a lei andò decisamente meglio 😑.


“Lascia dormire il futuro come merita: se lo svegli prima, otterrai un presente assonnato” 

F.Kafka


Avrei voluto trovare questo messaggio in un biscotto della fortuna mentre una sera in cui uscendo con le mie amiche dichiaravo: oggi il mio capo mi ha proposto un’esperienza in un negozio più importante, è un Flagship!

Ovviamente nessuna me compresa sapeva bene cosa fosse un Flagship Store, in questo le aziende per evidenziare il loro assetto internazionale amano sempre parlare per anglismi che ti fanno sentire quasi un essere mitologico: metà caprone e metà fiero dipendente in carriera di una super azienda globalizzata!


Diari pensati per futuri Minocaproni, esseri strappati dal multiculturalismo ed iperconnessione sfrenati, che daranno vita forse a una nuova lingua: il Cinearainglesco.


Mi guardarono tutte dicendo: Ah! Stupendo...quindi? 

Quindi significa che vado a lavorare a 90 km da casa” ribattei io. Si tratta di un negozio importante, un’occasione unica da cogliere al volo,  perché qui mi annoio. 


In effetti iniziava già a starmi piccolo il negozio nel centro commerciale della mia cittadina nel quale avevo potuto cimentarmi per la prima volta come Store Manager, mi sentivo come Alice quando ingigantita rimane incastrata nella casetta dopo aver morso il fungo ed inoltre a 22 anni, c'erano tanta voglia di crescere nonché sana incoscienza giovanile nelle mie tasche al posto del biscottino della fortuna.





Alice nel paese delle meraviglie, Walt Disney, 1951
Un chiaro esempio delle difficoltà, paradossi e nonsense che deve affrontare una ragazza per andare avanti🙆...


Era già da un anno che mi era stato affidato il mio primo store e da scrupolosa come pure volenterosa responsabile di un negozio dalle piccole dimensioni, avevo memorizzato quante mattonelle ci fossero nel perimetro interno, i nomi delle clienti habitué, preso in mano le redini del punto vendita, nonché legato eticamente con alcune delle mie commesse.


Da poco avevo ottenuto un brillante feedback dal mio capo, avevamo infatti superato a pieni voti la visita della Mistery Client: ben fatto!


Ehi, aspetta un attimo...e chi sarebbe la Mistery Client?

 

 Spiegazione scientifica: è una professionista ingaggiata da un’azienda esterna che  ha il compito di visitare i negozi per rilevare gli assi di miglioramento e i punti di forza rispetto alla Shopping Experience. A seconda delle istruzioni iniziali ricevute, ella si insidia nella realtà commerciale come fosse una cliente qualunque e così, in maniera anonima e indiscreta, procede indisturbata nel suo intento rubando informazioni e captando avvenimenti. Successivamente redige il report in modo oggettivo e fattuale che giungerà così all’azienda che ha commissionato la visita, la quale verrà pertanto informata anche di carenze o meno del suo personale durante la relazione con la cliente. 

Spiegazione metaforica: in altre parole potremmo dire che è una sorta di reporter d’interni dinamici, una radiologa che rileva gli scheletri dei negozi e quelle cose che insomma meglio che l’ufficio del personale meglio non venga mai a sapere (tipo una cliente sbolognata ad una collega, un riassortimento scarso, una promozione non spiegata e così via all’infinito…) e che con il suo sistema di rilevazione incognito e non prevedibile alla Eva Kant diventa una killer ninja in grado di strappare metaforicamente i tuoi sforzi, i tuoi desideri e ahimè nelle peggiori delle ipotesi il tuo contratto di lavoro in un battibaleno😱! 

Infatti qualunque mancanza più o meno giustificabile appuntata sarà di tua responsabilità in primo luogo, in quanto Store Manager. Una minaccia continua insomma, un’ossessione che tormenta di incubi le Store Manager più ambiziose!

Spiegazione gergale: è l'ennesima rottura di coglioni inaspettata e imprevedibile per le Store Manager, anche se non si può negare che abbia la sua utilità😑.


Eccola: temutissima e credo in via d'estinzione vista la scarsa preparazione e cortesia delle commesse negli ultimi tempi...😒.


Comunque, aldilà della Mistery Client, ero pronta per un nuovo viaggio. Le mie amiche erano felici per me e il dettaglio dell’ora e mezza di viaggio diaria (ovviamente senza il minimo pensiero di trasferirmi nella grande città) rimaneva appunto un dettaglio da pendolare. 


Suvvia… oggigiorno chi non viaggia per lavorare virus e attentati permettendo😨?


E poi finalmente nel nuovo negozio avrei avuto una grande possibilità: sarei stata seconda a una Senior Store Manager (no, le Senior non sono responsabili di negozio con i capelli bianchi e ricurve o almeno, il dettaglio anagrafico è ininfluente. Sono in verità SM da molto tempo in azienda o con una anzianità importante nel ruolo anche in termini di scatti in busta paga a dirla tutta😅...) da cui avrei potuto imparare tutti i segreti del mestiere che per il momento mi ero tirata su da sola: ero emozionata!



Approdata così nel nuovo negozio nella via principale di shopping della grande città incontrai fantastiche colleghe e feci grande esperienza con loro, ancora oggi me la porto dentro come buon ricordo. 


Ma la prima cosa importante che imparai per prima fu “non dare mai niente per scontato”

Già, perché la fantastica e celebre  Senior Store Manager Reza Ciro René Maria mi accolse come un sorridente serpente a sonagli che punta la sua preda.. sorriso di benvenuto d’entrée e coltello dietro la schiena per le portate a seguire😁🍴😰! 


Reza Ciro René Maria: selfie portrait.


Beh, non ero stata scelta da lei ed ero molto acerba e questa situazione fu il prezzo da pagare per la mia “scalata”. 

Fortunatamente legai presto con tutte le ragazze del team, tant’è vero che diventai una specie di Consultorio Familiare: mi denunciavano certe ingiustizie subite in passato, episodi spiacevoli attuali e cercavano inoltre di darmi supporto emotivo visto che ero visibilmente anch’io vittima di sottili angherie e di uno pseudo insegnamento. 

Mi facevo coraggio ma in realtà dentro impazzivo: dovevo essere imparziale nonostante le situazioni ai confini della realtà e dovevo fare la tara tra accaduto e percezione soggettiva del torto subito, ero pur sempre anche io una manager! Spesso pensavo: ma com'è possibile che si possa essere così mal voluti come capo ed essere quotate così tanto aziendalmente? 

Lo capii presto: al termine di un colloquio con l’Area Manager (che è una responsabile di zona, la nostra diretta superiore per intenderci) che portava a tema guarda caso le difficoltà relazionali che avevo con La Super Senior Reza Ciro René Maria chiosò: sai...poi è da dieci anni che è la loro responsabile, è normale che l’adorino!


Cioè, la Madre Superiora pensava davvero che le ragazze del team adorassero La Super Senior La Super Senior Reza Ciro René Maria 😟? 😧? 😦? 😯? 😮? 😲? 😳? 


Inutile aggiungere che la distorsione tra reputazione costruita e fatti è veramente importante in certe realtà aziendali: da atteggiamento di adorazione a servilismo passa un attimo...


Waylon Smithers e Montgomery Burns: la sindrome di Stoccolma in pratica. 

A parte questo incidente relazionale, la seconda cosa importante che imparai fu: ricordati di consultare https://www.michelin.it/ e l'app dei trasporti prima di lasciarti abbagliare da una luccicante offerta lavorativa✨. La tua salute fisica e mentale è importante: cosa se ne sarebbe fatto Sir William Wallace di un esercito stanco e denutrito a combattere per la libertà di Scozia?


Mel Gibson in Braveheart (1995): uno dei discorsi più belli sulla libertà mai ascoltati.


L’epilogo fu che nel giro di pochi mesi feci il botto💣, ero sempre più stanca: sveglia alle 5,30 quando dovevo aprire il punto vendita, un’ora e mezza di viaggio (quando senza intoppi) e giornata di negozio in un Flagship Store, che non è proprio la realtà più tranquilla e gestibile del mondo! Capitò pure un paio di volte che a mezzanotte fossi ancora sul treno per un guasto...strano, perché Trenord ce la invidiano in tutta Europa 😁 😄 😆 😂 😂!


Il primo giorno dei saldi estivi poi arrivai in ritardo e quello credo che fu il principio della fine. La Super Senior Reza Ciro René Maria ebbe pure il coraggio di rimproverarmi per ritardo (manco fossi io il tranviere) ed io ero già sottoterra moralmente. Sentivo molto il ruolo e avevo ambizione seria di imparare ma la verità è che non mi riconoscevo più in faccia, la mia vita non era neanche un inferno… era semplicemente inesistente e allora decisi a malincuore di dimettermi. 

Già, ero così orgogliosa che non sarei mai tornata al negozio di origine e di sicuro mi sentivo abbastanza forte per sopportare le critiche dei miei genitori. Sentivo che presto, mi sarei rialzata più gagliarda che mai ma soprattutto...con la mia vita di nuovo nelle mie mani!


Mi sentivo come Andy Sachs, quando nella parte finale del film “Il diavolo veste Prada” scende dalla macchina e abbandona la temutissima top manager Miranda Priestly (facendole anche un grosso enorme dito medio, che fa parte però di una scena tagliata...😁)


NOTA: il film è la parafrasi perfetta dell'antitesi tra lo yuppismo rampante degli anni Ottanta e parte  della generazione Y (quella in rivolta contro il capitalismo, il carrierismo, la superficialità e lo snobismo). 

TO BE CONTINUED📺...e casomai non vi rivedessi buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!

Truman è da prendere come spunto, per un'accoglienza calorosa in negozio nonostante le avversità.




In breve:
  • Ottenere quel ruolo è ciò che desidero...ma sono davvero pronta?
  • E' brava. Spostiamola in H5 e faremo scacco matto! Se sulla scacchiera è il giocatore che sceglie strategia e tattica, nei negozi è il Re (Store Manager) che deve scegliere il suo team con la supervisione del giocatore (Azienda).
  • Non basta assegnare un ruolo. Quel ruolo deve essere compreso, negoziato, accolto, comunicato agli altri e approvato.
  • Un report empirico di una visita in negozio rappresenta sempre e solo un punto di vista...sul quale costruire.
  • Non aver mai paura di fare un passo indietro, è un passo avanti se ti salvaguarda!


⚡⚠⚡
E' uscito il terzo episodioche aspetti, clicca "Io ti VEDO"👈👀 per saperne di più!

⚡⚠⚡ Ehi, ma avevi perso la prima puntata? Clicca qui!👉 "E Store Manager fu"