Cronache on the road di una Store Manager per caso. I° episode

Ho trascorso molti anni nei negozi come Store Manager e devo molto al mio precedente lavoro; oggi sono una formatrice e lo devo in gran parte anche a questa esperienza che ha forgiato man mano la mia professionalità fino a tracciare inconsapevolmente le coordinate del mio futuro. 


In questi post mi racconto, e vi invito cari colleghi e non, ad una passeggiata a braccetto per sorridere insieme di avventure rocambolesche e raccontare di una professione chiave come quella della Store Manager, strizzando l’occhio alla realtà e presentando un punto di vista frutto di esperienze passate, per provare a costruire insieme il futuro che ci aspetta. 

 

Buona lettura!

 



Prima parte.

I miei primi passi, le batoste e lezioni che non scordi più.


First episode 📺 - "E Store Manager fu".


Ho lavorato molti anni in negozi di abbigliamento e quando iniziai non esistevano ancora professioni come quella della fashion blogger o molte altre strade da me percorribili per unire una passione come quella per la moda ad un lavoro concreto, pertanto nella scelta della professione mi lasciai guidare dal desiderio di un guadagno dignitoso ed indipendenza economica senza trascurare l’eleganza e il fashion diktat. 


MAI TRASCURARE L'ELEGANZA E IL FASHION DIKTAT JA☝!


D'altronde parliamoci chiaro: *l’abito non fa il monaco, ma il monaco senza l'abito come farebbe?!





Credo infatti che quando Adamo ed Eva Henger si vergognarono e furono costretti ad usare le foglie di fico fu una vera e propria rivoluzione estetica per l’umanità: i primi veri vestiti😍... e per giunta Homemade, Vegan & Low cost…avanguardia pura! 


Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, Pieter Paul Rubens, 1599-1600


A volte, in qualche perversa riflessione ho immaginato che la rappresentazione biblica fosse la prima collaborazione marketing in assoluto, tra il Creatore e l’entità primordiale di Anna Wintour,  e che a distanza di cinquecentomila anni con  la triologia "H. V. L." avrebbe iniziato il cantilenoso filone must have per fashion addicted! 



uhm...ECOFRIENDLY-SUSTAINABLE-GREEN... per rispettare davvero questi criteri credo che la foglia di fico per tutte le stagioni rimanga la scelta ideale😵!


Comunque, a parte queste idiote ipotesi fu così che, dopo lo screen del mio scarno curriculum di fronte al selezionatore e superamento del colloquio, iniziai il mio approccio alla moda con un banale ruolo di addetta vendita. 

Banale perché, per quelle che erano le esigenze dell’azienda che aveva deciso di assumermi, era un ruolo maledettamente banalizzato: piegatura, mantenimento ordine generale area vendita e camerini, riassortimento taglie appuntato vecchio stile carta e penna, pulizia del negozio e stop. Una noia mortale😑. 


Il mio amico Tango che guarda me mentre piego annoiata, con la noia che attanaglia pure lui.


Un giorno però, una cliente in evidente difficoltà con le misure mi chiese aiuto: stupita ed ingaggiata le recuperai in un battibaleno tutto ciò di cui aveva bisogno e con un timido slancio le proposi un paio di abbinamenti. Conclusi una vendita piuttosto soddisfacente sotto molti punti di vista: incasso, soddisfazione e sperimentazione delle mie abilità😎. 


Debbo confessare che incassai anche una buona dose di invidia da parte delle mie colleghe, che una volta terminate le lusinghe della mia cliente, dovettero rendersi conto che non ero affetta da mutismo selettivo 🐠 come credevano e potevo risultare pure piuttosto brava come venditrice. 


Le mie colleghe erano un pò più carine ad onor del vero😅...


Quello, fu anche il primo momento in cui la **dopamina nel mio corpo prese il sopravvento ed ebbi l’imprinting da venditrice incallita consegnando la mia anima al capitalismo: avrei fatto qualunque cosa pur di replicare uno scontrino così alto💳💲💶💰!

Dopo quell'episodio iniziai a diventare sempre più curiosa e sfidante nei confronti di me stessa e un bel giorno mi resi conto che da crisalide ero diventata una farfalla: pronta per diventare qualcosa di più che una semplice tuttofare indefinita! 


Finito questo breve incarico, diventai dunque Store Manager per l'azienda successiva grazie al mio talent scout, che ho sempre ringraziato per l’opportunità concessa certo... ma oggi come oggi non sono del tutto sicura che mi abbia davvero fatto un favore considerando tutti gli sbattimenti successivi...😅😰!

Sia chiaro: nessuno mi ha costretta a gestire store né tantomeno è stato un impiego di ripiego (potevo fare la rapper, lo so lo so✋).


Però...quando ti viene proposto di crescere in un’azienda con un sorriso smagliante quarantadue denti largo così e anche un po’ prematuramente diciamocelo pure...neanche ti puoi immaginare le beghe che si possono nascondere e in quel momento anche se te le elencassero dalla prima all’ultima non te ne fregherebbe proprio nulla! 

In quel momento pensai dunque solo all’opportunità, a prendere posto sul sedile del pilota, calcare il piede sull’acceleratore e andare a tutto gas! 

Quando hai poco più di vent'anni sei pieno di carburante e fai pochi pit stop🚵, un po’ per la giovane età e un po’ per la fierezza con cui ti approcci alla sfida. Ma una delle cose  a te sconosciute sicuramente invalidante nel medio lungo periodo è la stanchezza fisica che attanaglia il tuo corpo e lo consuma come una candela accesa che lentamente si scioglie su se stessa.

 

La morte del giudice Morton - Chi ha incastrato Roger Rabbit? Warner Bros, 1988.


Infatti, man mano che il tempo passa da "M’illumino di immenso" diventi piano piano così una prosa umana di "Lentamente muore". 

Le uniche doti utili a salvarti dall’artrite reumatoide galoppante e vari acciacchi sono l’astuzia, l’esperienza nonché l’ottimizzazione delle risorse a disposizione...

Comunque sia, passati diversi anni a cercare invano l'ispirazione giusta per motivarmi, durante i miei critici risvegli con occhi gonfi di stanchezza e gambe dure come il legno per via delle decine di ore sempre in piedi e in movimento, m'immaginavo d'avere lo stesso entusiasmo del protagonista di quel simpatico spot che si svegliava nel cuore della notte e andava a controllare contento e sorridente il reparto frutta per verificarne la freschezza: ah!!! Ma che bella immagine onirica da palinsesto televisivo😒!


"Amore, devo controllare la freschezza" - parodia siciliana della nota pubblicità 

Mitico😂...


Nel mondo reale invece, noi Store Manager con truppe al fianco amiamo inscenare invece il remake di Rocky nelle mattine in cui ci tocca cambiare strategicamente la disposizione del prodotto, e cioè praticamente sempre😭! 

Ti ritrovi a girare, rigirare, nascondere e valorizzare quei quindicimila pezzi che in media hai in giacenza dall'83 con tutto il tuo entusiasmo...gira, rigira, gira di nuovo, girarrosto, giravolta, giro girotondo, casca il mondo, casca la Terra finché non ti cascano le palle😑.


Generalmente si arriva in negozio saltellanti, tutte e trentatré trotterellando per via dei trentatré litri di caffè trangugiati al risveglio; a corredo occhi gonfi e palpebre dai toni miscelati che variano dal grigio al verde, sino al blu (no, non è la matita per gli occhi sbavata. Purtroppo è solo un’effimera traccia di stanchezza 😑) e con sguardo stizzoso ci si appresta ad affrontare gli infiniti round. 


Rocky. Top class, since 1976.


Infatti, al posto di controllare la temperatura dei jeans o la morbidezza dei maglioni come fossimo fruttivendole gioiose per imitare l'illusoria pubblicità, infiliamo guantoni da box e prendiamo a cazzotti i vestiti fino ad allestirli sui tavoli e pareti insieme a tutti gli altri milioni di pezzi del negozio con dead line: “prima dell’orario di apertura cortesemente, grazie”

Inutile quindi aggiungere che la mattina inizia molto, molto presto da noi. Direi che la mattina è notturna, il primo “canto” che sentiamo è quello del gufo infatti. 



Una volta terminato il combattimento sul ring, quando ormai il nemico tessile è KO, si sente abitualmente una voce cavernosa dal tugurio di qualche nostra collega che esclama: Adrianaaaa, apri la saracinesca!


Nota riservata alle avventrici che stanno leggendo: se avete visto qualche commessa sollevare la ferraglia chiassosa all'apertura sorridendovi… o è perché avete portato l’ennesimo caffè da brave ruffiane o la cara ragazza soffre solo di tic nervosi o una qualche paresi facciale, fidatevi😑.


Zio Fester ispirazione trucco naturale al risveglio: collezione Autunno Inverno 2002-2015.



TO BE CONTINUED📺...e casomai non vi rivedessi buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!


Truman è da prendere come spunto, per un'accoglienza calorosa in negozio nonostante le avversità.




In breve:
  • Un impiego non è mai banale. Chi te lo affida ha il potere di renderlo tale...o valorizzarlo!
  • #ChallengeisOutsideNotInside! Il budget da raggiungere è un obiettivo comune, che non ha tempo da perdere nelle invidie e stupidaggini.
  • Con il 20% del prodotto fai l'80% del fatturato, diceva Pareto. Quindi aree vendite più piccole e magazzini più grandi?
  • La ripartizione ideale del tempo: 30% visual merchandising, 70% relazione cliente. 


*L’idea chiave sulla quale si fonda questo proverbio è quella dell’apparenza. L’enunciato raccomanda di non giudicare le persone per il loro aspetto esterno, in quanto, non sempre ciò che si vede esternamente corrisponde con il valore interiore di una persona. Ma che barba retorica.. ormai è un po’ utilizzata con tutto, come il tonno in scatola! Io direi che certamente l'abito non ci racconta tutto del monaco, ma di certo un look adeguato riflette innegabilmente la cura di sé.

** La dopamina è un neuromediatore conosciuto anche come ormone dell’euforia che rilasciamo a diverse intensità nel corpo quando proviamo gratificazione ed è legato  alla sfera del piacere e al meccanismo di ricompensa. E’ responsabile del controllo dei muscoli, della motivazione personale, del sonno, dell’umore, della memoria e dell’apprendimento. Si parla anche di “mercato della dopamina”  quando ci si riferisce alle strategie con cui il cliente è indotto ad acquistare dei prodotti che li procurino una forte gratificazione tanto da indurlo alla dipendenza d’acquisto (es. sigarette, dolci ecc..). Nel mio caso fui vittima della dipendenza dalle performance di vendita potremmo dire.


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