Cronache on the road di una Store Manager per caso. III° episode

I miei primi passi, le batoste e lezioni che non scordi più.



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I° espisode: 👉 "E Store Manager fu"

II° episode: 👉 "Non dare mai nulla per scontato!"


III° episode 📺 - "Io ti VEDO".


All’addio coatto, seguì un breve periodo di riabilitazione psicologica degna del potente slogan “perché io valgo”. E così tra patatine, fazzolettini e regali del mio fidanzato…sì, avevo un fidanzato, come posso non avervelo citato prima?! 


Dopo tutto, domani è un altro giorno! Via col vento, 1939.


Comunque, dopo questa breve fase di pensieri quali: “che cosa ne sarà di me, troverò l’azienda giusta?” e dopo alcuni colloqui di lavoro che offrivano improbabili opportunità in negozi padronali con commessi che sembravano Big Jim scartati alle audizioni del programma de Maria nostrana; inviai il mio curriculum ad un indirizzo mail trovato sui cartelloni pubblicitari di una prossima apertura in un centro commerciale. 

Proprio in quel luogo dal quale mesi prima ero scappata sì, ma pur sempre vicino a casa mia!


I primi veri influencer furono i protagonisti della celebre trasmissione, e diedero vita a numerosi brutte copie oliate da testa a piedi con pettorali in bella vista  e gioiellazzi dappertutto. Il lento, inesorabile declino di una civiltà.


Affrontai pertanto il colloquio concludendo spontaneamente così: Sul piano delle competenze mi sento a metà o forse un po’ di più, so solo che se in questo lavoro non ci metti cuore, testa e braccia non arriverai mai al successo. 


Credo fu quella la frase che fece scattare l’assunzione per la serie: descriviti con i piedi per terra, sicura dei tuoi mezzi e sguardo che sembra si voglia mangiare il mondo; vincerai!


“Quando si chiude una porta, si apre un portone”.  A.G.Bell  


Vorrei parafrasare il detto ribattezzandolo: 


“Se sei in grado di chiudere una porta, sei in grado di spalancare un portone”.


Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Alla ricerca della felicità, 2007.


Iniziai così una nuova avventura nel negozio più “in” non solo del centro commerciale, ma anche di tutta la mia piccola e plumbea città borghese, e oltre ad essere un grande favoloso negozio con un concept* da urlo era un multibrand di ultra tendenza, e io mi sentivo come una bimba appena entrata a Disneyland Paris con lo zucchero filato in mano...What else👀?


Il potere del What else? fa miracoli😂.

Volarono così quasi tre anni meravigliosi, tra gli allestimenti e vetrine creative, l'ovazione delle clienti fidelizzate, i giorni rossi di calendario dove il negozio e la cassa parevano scoppiare tanto era il commercio; la nostra gioia ed entusiasmo nel consigliare outfit ai camerini, le divertenti sfilate a cui partecipavamo (ehm.. non sfilavamo noi, fornivamo solo i vestiti ai modelli😅!), la musica del negozio che ci sfidavamo a suonare manco fossimo David Guetta… A tal proposito, ricordo quella volta in cui entrai e sentii per sbaglio Laura Pausini. Un enorme sbaglio: la ragazza che infilò nello stereo quel cd quasi rischiò il posto. 

Debbo confessare però che io non fui da meno nei miei periodi di crisi sentimentali che sfociavano in cd un pochino da latte alle ginocchia. Non vi preoccupate, presto rinsavii e puntai su musica di qualità: perché anche la musica contribuisce ad una memorabile Shopping Experience 🌟🌟🌟🌟🌟: vorrai mica far precipitare il tasso di conversione?


Ehi...ma che cosa sarebbe il tasso di conversione?!


Il tasso di conversione** è quel indicatore altalenante che fa oscillare tutto il giorno l’umore già instabile delle Store Manager😒...

Secondo uno strano algoritmo elaborato alla Nasa e conosciuto solo da pochi monaci tibetani individua quante persone hanno acquistato rispetto a quante persone hanno gironzolato, frugato tra le collezioni e basta.. ste brutte carogne👿! 

In poche parole più la percentuale di questo indicatore è alta e più si è serene e soddisfatte perché tanti hanno fatto acquisti mentre più è basso e più l'allarme è rosso: significa che meno persone sono state persuase all'acquisto e più addette vendita rischiano il... il mobbing😑. 

Sappiate inoltre  che spesso che un'alta percentuale di conversione è direttamente proporzionale all’effetto autodistruttivo dei tan e taeg applicati alla carta di credito della Store Manager, la quale verrà strisciata compulsivamente nella macchinetta pos ogni volta che la conversione inizia a calare. 

Già, dilaga sempre più frequentemente il "Morbo dell’Acquisto Ininterrotto" che ha ridotto molte Manager a dormire sulle panchine e lavorare fino ad 85 anni per pagare i cumulati debiti delle carte revolving al fine di mantenere alte performance nei loro negozi e raggiungere i budget. 

Meglio povere ma con un rapporto stabile con il top management e un contratto  di lavoro confermato...tanto bisogna lavorare tutta la vita, i debiti si ripagheranno...no?! E poi, un armadio da urlo così chi lo batte😍😍😍? 


La pellicola cinematografica I love shopping - 2009 docet.


A parte qualche ossessione per il risultato e conseguente patologia che continua indisturbata a mietere vittime ancora ad oggi, vi stavo raccontando che era un periodo d’oro a lavoro, mi sentivo fortunata e realizzata.

Vi chiederete: si certo, ma era sempre tutto rose e fiori? 

A parte che se è un negozio di abbigliamento è dura che siano tutte rose e fiori🌹🌺. 


Ridi😐. Ridi😑. Ridiiiii😕!!! Uffa. A me, fa ridere😒.


La risata sincopata di Spongebob.


Va beh, a parte la finissima battuta, assolutamente no😓. 

Diciamo che noi Store Manager sappiamo diventare abili giocoliere, più palle sei in grado di far roteare (che a volte purtroppo girano, girano da sole basta😑) con la dovuta calma e più riesci a goderti l’essenza vera del tuo lavoro diventando una brava agricoltrice del tuo orticello: vedi le piante inverdirsi, l’erba crescere, i frutti maturare, i fiori sbocciare e le api girarci intorno ma per farlo devi innaffiare molto ed estirpare le erbacce e il Baobab***, esattamente come insegna Saint- Exupery ne Il Piccolo Principe


Il piccolo principe, 1943.


A proposito del va tutto bene, la mia azienda era stata rilevata da un fondo bancario e da un nuovo socio proprio nell'anno in cui il mio negozio debuttò, e dopo i tre sereni anni iniziali il fondo bancario si dileguò come maga Magò e l’azienda rimase sulle spalle dell’amministratore delegato nonché socio unico. 

Fu così che nella evidente difficoltà, i pagamenti degli stipendi iniziarono a ritardare e diradarsi sempre più. 


Ora, sebbene l'azienda si sia adoperata da subito per gestire al meglio la gravosa situazione, non riesco a spiegare che frattura morale possa provocare il senso di appartenenza alla stessa, di adesione ad un obiettivo comune con un spirito di partecipazione e di squadra elevati che si erano creati da una parte, e una dissoluzione del presupposto del diritto inalienabile che sancisce il lavoro come il rapporto di reciprocità e il diritto alla remunerazione da quell'altra. 


E io? Che cosa potevo fare? Come potevo agire? Cosa rispondere alle domande delle mie colleghe, che giustamente chiedevano spiegazioni, quando anch’io ero vittima della situazione?


Quando non puoi cambiare il mondo intorno, cambi te stesso. 

O almeno ci provi... 

Provare no...FARE! O non fare...non c'è provare. Guerre stellari - L'impero colpisce ancora, 1980.



Sempre saggio Yoda è.


Lunghe notti insonni trascorse a pensare, giornate lavorative frenetiche dove fai per non pensare e più fai e più pensi; dove stress, demotivazione e smarrimento sono solo eufemismi che non rendono forse adeguatamente l’idea. La verità è che in quella situazione o me ne sarei dovuta andare o avrei dovuto agire: avevo delle responsabilità da portare avanti e per la direttiva Mamma Azienda avevo dei budget da raggiungere: a maggiore ragione per riuscire a risollevarci da quel pasticcio!

Rimasi circa due anni ancora al timone, mi presi il coraggio di dire: IO DO LA MIA FIDUCIA. Non sarebbe potuto essere così se sull’ago della bilancia la parola fiducia non avesse avuto un’assoluta valenza positiva e profonda e avesse rappresentato un appiglio di speranza alla quale mi potevo aggrappare anziché buttarmi sulla pesa della fuga. La stessa fiducia nell’azienda la misero anche le mie colleghe e la investirono pure in me, che ero il loro punto fermo e di riferimento. Se vedevano me risoluta, sarebbero riuscite a tirare sempre su la saracinesca svolgendo il loro mestiere come se nulla fosse o quasi. 

Improvvisamente scattò in me una nuova certezza. Adesso io so come ci si sente ad essere privati della certezza economica che un lavoro deve consentire per essere chiamato tale, ma come mi sarei sentita se loro, le mie colleghe, non fossero rimaste al mio fianco a patire con me affrontando tutto?  

Scattò in me inconsciamente la “modalità Avatar”, nomignolo ispirato alla celebre film e al significato della visione dell’altro, nella scena in cui la bella indigena Neytiri dice allo sciocco Jake Sully: Non è semplicemente io ti ho visto, è io TI VEDO... Ti vedo inteso come io ti guardo nel profondo, io ti compatisco dove il significato etimologico è “patisco insieme a te, ti sostengo e ti aiuto"

Bene: da quel senso dell’animo quasi straziante emerge una vitalità infinita se sappiamo riconoscerla e affondarci le mani, e così feci.


Io ti VEDO💝. Avatar - 2009


Ricordo dunque quel periodo come momento di alta crescita personale oltre che di divertimento assoluto😆🎉🎌🎊! 

Riuscivamo ad essere di giorno le professioniste di sempre e quando staccavamo la sera non si contavano gli happy hour low cost o le serate intere piene di risate che schiaffeggiavano con grinta la situazione in cui eravamo: è proprio quando la somma delle parti è più grande dell’intero che si può rinascere e conquistare il mondo. 


La fenice che sormonta la Maison de la Louve, Bruxelles.


Stavo facendo un refuso sopra tra le righe, stavo scrivendo amiche al posto di colleghe, non credo sia stato un vero lapsus, perché il legame e sostegno che si creano in queste difficoltà genera una stima e affetto terapeutico-curativi e che durano nel tempo.

Fu lo stesso, e questo prova che il salto di paradigma è salvifico, quando nell’ultimo anno decisi di trasferirmi con armi e bagagli a 130 km dal mio negozio e dalla mia zona comfort, questa volta in un negozio ancora più di punta per l’azienda che di tanto in tanto si palesava e ci incoraggiava a non mollare perché presto si sarebbe trovata una soluzione. 

Ora erano il doppio dei dipendenti, a me sconosciuti in termini professionali quanto personali e questa volta la pressione era maggiore perché mi affidavo solo alla mia forza. Sapevo bene che solamente un qualche piccolo tentennamento avrebbe potuto scatenare al di là di ogni tentativo di recupero, una rivoluzione tale che Lady Oscar, Andrè e il Tulipano Nero se la sarebbero sognata. Nessun sussulto, nessun cambio di direzione, nessun disallineamento e la “modalità Avatar” fu collaudata. 


Avatar, discorso prima della battaglia di Jake Sully.




TO BE CONTINUED📺...e casomai non vi rivedessi buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!



In breve...

  • Abbraccia le tue emozioni e impara a gestirle: ti sentirai più forte!
  • Un indicatore è UN indicatore, solo insieme a tutti gli altri fornisce un'analisi completa.
  • La fiducia non deriva solo da una sensazione inesplicabile e implicita: può anche essere una scelta meditata e consapevole.  
  • L'umiltà è il primo attivatore dei sentimenti più profondi e meccanismi umani più funzionali alla logica di un gruppo.
  • C'è una cosa di cui i bambini non si stancano mai nel fare: il divertimento!


*Il concept riguarda la scelta estetica e architettonica delle pareti, del mobilio che ospiterà le collezioni, del tipo di luci e loro posizionamento nell’area dedicata alla vendita. Solitamente il concept mira ad enfatizzare il mood del brand in questione; è singolare che molte aziende negli ultimi anni abbiano focalizzato l'attenzione su questo esoso aspetto piuttosto che sul prodotto e il personale. Si sono preoccupate più della confezione che del contenuto. Se fossero cioccolatini potremmo dire che hanno sostituito alla ricetta originale un cioccolato di scarsa qualità per stupire con una carta che attraesse più visitatori possibili (da molti anni ormai il tallone di Achille di molti retailer). Solo che non hanno pensato che se assaggio il cioccolatino e non mi piace, lo sputo.

**L'aggiornamento del conversion rate giunge puntuale come un orologio allo scoccare di ogni ora. Tasso di conversione = ticket emessi : ingressi x 100. Esso è l'indicatore principe, è il Grande Fratello che insieme a 42mila altri indicatori fratellini possono salvarti la pellaccia e testimoniare il massimo impegno ed efficienza anche in assenza di efficacia... La soluzione vincente sempre e comunque a nostra tutela? Ottima preparazione e mantenimento del punto vendita, eccellente servizio alle clienti: obiouvsly😉✌!

***Quindi non vi racconterò dei problemi con il personale e con le clienti, delle anomalie inventariali, del malfunzionamento della cassa nei giorni più incasinati, dei furti, delle infiltrazioni d'acqua, della climatizzazione non funzionante, dei problemi informatici, delle consegne merce a sorpresa, eccetera, eccetera, eccetera...

⚡⚠⚡E' uscito il quarto episodio: 

"Costruire sempre distruggere mai, l'effetto boomerang"👈

Cosa aspetti? Clicca per saperne di più👀!



⚡⚠⚡ Ehi, ma avevi perso la seconda puntata? Clicca qui!👉 "Non dare mai nulla per scontato!"