venerdì 7 dicembre 2018

"Bohemian Rhapsody": Freddie in prosa, i Queen in pratica.

Credevo che il pessimo film pluripremiato della Germanotta avesse per un po' inibito i miei più reconditi desideri rispetto alla frequentazione di cinema ed invece ieri sera ho capito che niente: è un'ostinazione che non riesco ad abbandonare, un tarlo aggressivo e così una volta raggiunta al buio la fila M e sistemata sulla poltrona numero 20 mi sono spontaneamente consegnata ai 2h e 13m di pellicola previsti. 

Davvero: risulta difficile aggiungere qualcosa che non sia già stato scritto nelle autorevoli recensioni che potrete leggere cliccando a piè di pagina però qualche consiglio disinteressato ve lo posso dare prima che compriate il biglietto:

❌non caricatevi di aspettative in generale;

❌lasciate a casa il taccuino con le check list da perito tecnico, critico d'arte o cinematografico;
❌sebbene non eccessivamente provocatorio forse è meglio non portare i pargoli a vederlo;
❌da evitare se siete integralisti, pudici, bigotti, ipocriti;
❌come riga sopra se siete fanatici, vi identificate o pensate che sia documentaristico;
✔se ignorate la storia dei Queen e di Freddie Mercury siete il target perfetto;
✔per le donne: scegliete giorni dal forte sbalzo ormonale così da beneficiare del massimo effetto emotivo.

Io (che potrei essere la sessantacinquemilionesima spettatrice mal contata) credo di aver centrato tutti i requisiti perché a parte i primi 5 minuti in cui credevo fosse uno scherzo (scusate il piccolo ma dovuto appunto: Freddie era un bel ragazzo dal tratto esotico e sinceramente Rami Malek che schecca in modo accentuato dopo aver rubato la dentiera a Myley Cirus tortura ampiamente la sua memoria estetica..) mi arrendo: Malek piano piano diventa sempre più convincente, credibile, la pianta di scimmiottare ed entra nel personaggio: forse lo spirito di Freddy si è impossessato di lui per l'occasione?! Ci potrebbe stare, lui era uno che soffriva di evidenti manie di protagonismo...


Comunque, al netto del mondo gay che ne esce veramente a pezzi in quanto incarna tutti i più cattivi comportamenti che si possano immaginare, il resto funziona! 

Epilogo: esco dalla sala piangendo e varco la soglia di casa con gli occhi ancora umidi. Fragilità, inquietudine, solitudine, sensibilità, ingenuità… se il disagio emotivo rendesse a tutti come ha reso a lui artisticamente ci faremmo la firma anche noi e la smetteremmo di scappare da noi stessi con mille inconsapevoli escamotage? 



Meno selfie e più mindful? 

Sì, il film mi ha talmente travolta che confesso di aver accennato un battito di piedi e mani come una cretina sulle note We Will Rock You ed in tutta questa Movie Experience ho intuito (capito no, sarebbe pura saccenza)
chi fosse Freddie Mercury e la famiglia Queen, ora non mi resta che leggere incuriosita la toma di 466 pagine che mi aspetta pazientemente nella libreria e capirci un po' di più attraverso la Sua vita e le Loro opere d'arte. 
Frattanto grazie Fred di aver concesso il tuo dono divino fino all'ultimo, grazie a te siamo stati tutti un po' più EDUCATI, UBBIDIENTI ED INNAMORATI DELLA MUSICA! 
God save your soul.. 🙏


03/02/2019:

Red Ronnie a Morgan: "Per me fare un'intervista è come fare l'amore"

Red brutalizzato sul web dai fan della band solo perché non ha mai MANIFESTATO IL DESIDERIO di intervistare e prestare la sua maestria ai Queen pur apprezzando e comprando la loro splendida musica. 


È libertà anche per un giornalista (quando non vincolato ad obblighi professionali) di scegliere di non apprezzare le scelte personali dell'artista che hanno inevitabile risonanza collettiva ed evitare la relazione/fusione che immaginiamo si verifichino in un'intervista? 

Si chiama dissonanza cognitiva ed è naturale nell'essere umano che storce il naso di fronte all'incoerenza tra idea di persona (principi universali e valori) e comportamento agito ad esempio. Si sa certo che lo showbiz era ed è a volte corruttibile..


E per questo se consapevoli bisogna accogliere e sostenere ogni scelta borderline che va ben oltre il discorso della soddisfazione economica o mero profitto? 

Un conto tra l'altro è un artista che decide di autodistruggersi (e rinascere come il grande Bowie ad esempio), un conto è un artista che distrugge e se ne fotte sfregiando così il dramma che vivono gli altri. A me più di tutto spaventa la difesa cieca e giustificazione con conseguente IDEA DI SANTITÀ che abbiamo della persona senza sapere o averla conosciuta, alla luce di fatti oggettivamente accaduti (rif.concerti a Sun City per es.). 

Quando fa comodo la moralità è labile e indefinibile, quando è il nostro vicino di casa ci scandalizziamo se non peggio. Probabilmente Freddie era debole nella moralità e soggiogato dal suo egocentrismo ma un grande artista al contempo e Red non ha fatto del male a nessuno decidendo di non intervistarlo: i fan potranno godere di altre interviste, no? Qual'è il problema? Forse, l'equilibrio e discernimento non sono affari da uomini mortali.

Tu come la pensi?

"Songs are fantasy and more...but this is the real life!"






Per ascoltare dialogo tra Red Ronnie e Morgan clicca qui:
https://www.youtube.com/watch?v=Kcdr_Xv_jsU

Per leggere le recensioni sul film Bohemian Rhapsody clicca qui: